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QUANDO LA TIROIDE NON FUNZIONA...


IPOTIROIDISMO IN MEDICINA FUNZIONALE

L’ipotiroidismo è provocato da una produzione ridotta di ormone tiroideo o meglio, da una ridotta disponibilità a livello cellulare di ormone tiroideo.

La tiroide, spinta dal TSH, l’ormone ipofisario che ne regola l’attività, produce fondamentalmente T4 e una piccola parte di T3.

A cosa corrispondono questi numeri? Semplicemente alle molecole di iodio che sono legate alla proteina (tireoglobulina) che è la matrice ormonale più importante. La tireoglobulina con le sue quattro molecole di iodio non è però attiva, non esercita alcuna funzione fisiologica. Deve perdere uno iodio per essere capace di penetrare nelle cellule e provocare l’effetto desiderato che è lo stesso che fa l’acceleratore di una macchina quando viene premuto: aumenta tutte le velocità del metabolismo, intracellulare e di conseguenza dell’organismo.

Ma questa macchina è esposta, come tutto l’organismo, agli insulti dell’ambiente e può diventare difettosa per svariate cause che la portano ad infiammarsi.

Troverete sui vari trattati definizioni le più svariate sulle cause della tiroidite, sia acuta che cronica, come descrivo qui di seguito:

“Una tiroidite acuta può avere origine batterica oppure essere provocata da traumi o da irradiazioni locali. La tiroidite subacuta (di De Quervain) è invece dovuta ad infezioni virali ed è spesso secondaria ad affezioni delle prime vie respiratorie (faringite, laringite). La tiroidite di Hashimoto o linfocitaria cronica è una patologia cronica su base autoimmunitaria, cioè causata da un'attivazione anomala del sistema immunitario. La tiroidite di Riedel è una malattia cronica molto rara, le cui cause sono sconosciute, che porta ad una fibrosi della ghiandola”.

In medicina funzionale non è proprio così: ci interessa comprendere i meccanismi biochimici e ormonali che regolano le funzioni degli ormoni tiroidei, scovare il perché la ghiandola o gli ormoni non funzionano più, e, da questo, cercare i rimedi più adatti, non per sostituire un ormone mancante, ma per far sì che l’organismo funzioni al 100 per cento.

Possiamo infatti trovarci di fronte a due situazioni che normalmente nion vengono documentate bene, visto che la maggior parte dei medici (anche Specialisti) crede sia sufficiente un TSH per comprendere come stia la vostra tiroide.

La prima è quella in cui la tiroide è realmente e direttamente infiammata, la seconda, invece, la tiroide sta benissimo, ma sono gli ormoni tiroidei che non sono in grado dii svolgere la loro azione.

In entrambi i casi i sintomi sono analoghi e possono comprendere uno o più

dei seguenti:

  • Sensazione di affaticamento

  • Aumento di peso anche seguendo una dieta a basso contenuto calorico

  • Cefalee mattutine che se ne vanno man mano durante la giornata

  • Depressione

  • Stipsi

  • Ipersensibilità al tempo freddo

  • Scarsa circolazione e torpore alle mani e ai piedi

  • Crampi muscolari a riposo

  • Aumentata suscettibilità a raffreddori e altre infezioni virali o batteriche e difficoltà a guarirne

  • Rallentata guarigione anche di piccole ferite

  • Necessità di dormire molto di più per poter svolgere normalmente le proprie attività

  • Disturbi digestivi cronici, digestione rallentata o altro

  • Pelle secca e pruriginosa

  • Capelli secchi e fragili

  • Facilità a perdita di capelli

  • Bassa temperatura corporea (conseguenza peraltro di molte disfunzioni ormonali)

  • Edema, specie della faccia (mixedema)

  • Perdita della porzione più esterna delle sopracciglia

Che come vedete sono veramente numerosi.

E nel caso di tiroidite cronica autoimmune (Hashimoto) possono essere contemporaneamente presenti altri sintomi e assai rilevanti:

  • Palpitazioni al cuore

  • Sensazione di tremori interni

  • Aumento della frequenza cardiaca, anche a riposo

  • Sensazione di nervosismo e di alterazioni del tono dell’umore

  • Insonnia

  • Sudorazioni notturne

  • Difficoltà a guadagnare peso

Come potete qui leggere, nelle infiammazioni croniche, che non curate porteranno alla distruzione totale della ghiandola, i segni possono essere molto simili a quelli dell’ipertiroidismo, non dell’ipotiroidismo.

Vediamo allora, molto rapidamente, cosa succede.

Per attivare la tiroide, il corpo informa il cervello che ha bisogno di accelerare il metabolismo. Un esempio potrebbe essere quello di quando usciamo al freddo nella stagione invernale, lo percepiamo e il nostro corpo ha bisogno di accendere il riscaldamento perché la temperatura corporea non si abbassi.

La parte del cervello che riceve il messaggio di premere sull’acceleratore o di spegnere il motore si chiama ipotalamo e rappresenta il punto di comunicazione fra cervello e sistema endocrino. Per comunicare con l’ipofisi, l’ipotalamo utilizza un messaggero chimico, il TRH (thyrotropin releasing hormone, ovvero ormone che libera la tirotropina). Quando il messaggio portato dal TRH raggiunge l’ipofisi, questa libera il TSH (thyroid stimulating hormone, ovvero ormone che stimola la tiroide), che a sua volta si precipita direttamente verso la ghiandola tiroidea dove passa direttamente il bastone di questa staffetta guidando lo iodio che stimola a sua volta un enzima che si chiama perossidasi tiroidea (TPO). Come ben sapete gli enzimi sono gli accendini del nostro corpo che danno fuoco alle polveri iniziando ogni reazione chimica. In questo caso, la TPO, che è prodotta nella ghiandola tiroidea, ha la funzione di combinare lo iodio con il perossido di idrogeno per “creare!” gli ormoni tiroidei T4 e T3.

Tutto questo lungo racconto perché? Semplicissimo, per dimostrare come misurare solo il TSH rappresenta una scelta fatta per incorrere in errore.

Molti medici infatti prescrivono farmaci per la tiroide basandosi solo sui valori di TSH. Se il TSH è elevato ne deducono che l’ipofisi produce una quantità di ormone extra perché la ghiandola tiroidea non sta facendo bene il suo lavoro. E allora la soluzione sembrerebbe essere quella di somministrare farmaci per aumentare o affiancare l’attività della tiroide.

Questa è una visione semplicistica della vita, perché, purtroppo, entrano invece in gioco molti altri fattori. Per esempio, misurare solo il TSH non dà conto della funzione ipofisaria, o se gli ormoni tiroidei stiano lavorando normalmente in giro per il corpo o se un fenomeno di autoimmunità sia presente e causa scatenante.

Per cui vi dirò qualcosa di più su questi ormoni:

Una volta che il TSH arriva dalla ghiandola tiroide, fa produrre una proteina che si chiama tireoglobulina.

Questa sui unisce a quattro molecole di iodio per produrre l’ormone tiroideo T4 o tiroxina. (T4 è identificato dall’avere quattro molecole di iodio attaccate a una molecola di tireoglobulina.)

Il T4 viene a questo punto liberato nel torrente circolatorio, dove si fa una corsa su un taxi (una proteina di trasporto) che si chiama TBG (proteina legante la tiroide).

Circa il 94 per cento dell’ormone prodotto dalla ghiandola tiroide è T4. Il rimanente 6 per cento è T3 o triiodotironina, nel quale solo tre molecole di iodio sono attaccate alla tireoglobulina.

Questo è molto importante, perché l’ormone attivo è il T3 e dunque il T4 prodotto dalla tiroide deve essere convertito in T3 (togliendo una molecola iodio) prima che il corpo possa utilizzarlo. E quello che è interessante è che, alla fine, solo il 60 per cento del T4 verrà convertito nella forma utilizzabile di T3. Il 20 per cento diventa rT3 (reverse T3, ovvero T3 invertito), che è permanentemente inattivo.

Ad esempio, i livelli ematici di rT3 possono diventare troppo elevati in occasione di traumatismi importanti, interventi chirurgici o malattie croniche severe.

Un altro 20 per cento di T4 diventa T3 solfato e T3 acetato (acido acetico) che hanno la caratteristica di diventare utilizzabili se attivati da un microbiota sano, nel tratto digestivo. Il rimanente T4 viene convertito in T3 nel fegato, muscolo, cuore e cervello.

Il T3 (triiodotironina) è quindi l’ormone tiroideo predominante come efficacia, che la tiroide produce ed è altrettanto evidente come sia importante che il fegato sia perfettamente efficiente perché l’attività della tiroide si esplichi compiutamente.

Altre cellule nell’organismo posseggono enzimi che agiscono per attivare la conversione da T4 a T3 e questi si chiamano tetraiodotironina-5’-deiodinasi, che rimuovono una molecola di iodio dal T4 per trasformarlo in T3. Il T3 entra nei nuclei delle cellule, dove agisce aprendo o chiudendo alcuni interruttori genetici. Il fenomeno di conversione da T4 a T3 può avvenire per il 20 per cento anche nell’intestino, ma solo in presenza di una flora batterica in salute.

Queste alcune delle funzioni che sono direttamente influenzate dalla tiroide:

  • Metabolismo dell’osso

  • Funzioni dell’intestino

  • Riproduzione maschile

  • Fegato e cistifellea

  • Ormoni della crescita

  • Metabolismo del grasso

  • Metabolismo dell’insulina e del glucosio

  • Colesterolo

  • Chimica del cervello

  • Metabolismo degli estrogeni

  • Metabolismo degli ormoni surrenalici

  • Detossificazione epatica

  • Produzione di acido da parte dello stomaco

  • Metabolismo proteico

  • Calore corporeo

  • Produzione di progesterone

  • Anemia

  • Legami proteici

  • Cuore

Di questo scriverò più in dettaglio nel prossimo blog

Buona salute

Alfredo SAGGIORO, MD

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